Alice Capelli. Se rimani come (i) resti

Descrizione

Dall'8 al 15 ottobre 2023 lo spazio Campo Quadro ospita tre opere di Alice Capelli, un'esposizione curata da Dalila Rosa Miceli.

Il linguaggio artistico di Alice Capelli è caratterizzato da un senso di fluida permeabilità e da un’affermazione di esistenza che, tanto nella pittura quanto nella performance, passa dalla volontà di lasciare una traccia visibile di passaggio.
La pittura, nella poetica dell’artista, diviene così un gesto puro, privo di artefatti, in cui la scelta di esprimersi attraverso la trasparenza dell’acqua e del pigmento permette di scavare nell’intimità  dell’essere: una poesia dell’interiorità, ma anche della corporeità e dell’ erotismo proprio del vivere. Dietro alle sue opere convivono così pacificati l’istinto del fare artistico e la progettazione compositiva, portati a compimento in un vero e proprio rapporto simbiotico tra artista e opere.
È l'intero corpo dell’artista, allora, a dipingere l’opera, imprimendo sulla tela ogni orma e ogni tocco dell’epidermide, relazionandosi direttamente con la superficie pittorica in una coesa compenetrazione di elementi. Passaggi sempre differenti, relazioni sempre nuove, in cui anche l’errore diviene testimonianza del fare artistico.
Ciò che resta di noi è così un resto organico, un’orma metaforica, di cui la stessa terra o la sabbia qui allestita sono testimonianze.

Opere esposte

Se rimani come (i) resti
2023, emulsione acrilica, pigmenti, latex, fiori secchi, capelli e peli
35 x 25 x 5 cm
Quest’opera corrisponde appieno alla poetica artistica di Alice Capelli: il quadro diviene qui rappresentazione e contenitore stesso del corpo, riproducendone ed ospitandone i più intimi elementi in un processo di riproposizione della presenza stessa dell’uomo e del suo passaggio.
La superficie pittorica è scandita da toni morbidi, pastellati e acquarellati, che richiamano le impercettibili sfumature della pelle. Campeggia centralmente la raffigurazione di un delicato seno, le cui curve si contrappongono alla forma fallica distinguibile nell’angolo inferiore destro.
Alla superficie dipinta si accosta l’attenzione materica riservata dall’artista al frame dell’opera: lo spessore è infatti costituito da resti tangibili del corpo come capelli e peli, uniti a fiori secchi e ad ulteriori tracce di vita.
L’opera diviene così un sinonimo di presenza, richiamando una ricerca che mira a svincolarsi dalle categorie, per accettare la propria intima ambiguità.

Se mi apri cosa trovi
2022, pittura acrilica, emulsione acrilica, pigmenti, pastelli morbidi, latex
35 x 25 x 10 cm
Nata come un’installazione site specific, la composizione dell'opera prevedeva che in origine questa dovesse essere allestita di fronte ad uno specchio, così che il riflesso ne duplicasse le forme, generando l'illusione di trovarsi di fronte ad un libro aperto.
Un testo, dunque, da leggere metaforicamente nella sua interezza, che chiede allo sguardo di appropriarsi dell’opera da ogni direzione; ma anche un solido richiamo all’istinto umano, alla sessualità e alle tracce del suo passaggio sulla terra.
Disgiunto da ogni legame con la tradizionale bidimensionalità, il dipinto diviene così un vero e proprio corpo scultoreo che, da un verso, presenta un richiamo simbolico all’immagine di un seno, e dall’altro rimanda ad una archetipa fessura interiore e, al contempo, genitale.
Le impronte di mani, presenti su ambedue le superfici pittoriche, si muovono in gesti di apertura e di scoperta, addentrandosi sempre più intensamente verso la profondità.

Se rimani come (i) resti
2023, ganci di ferro, latex, pigmenti
dimensioni variabili
L’opera è un’installazione site specific realizzata in occasione dell’omonima performance tenuta negli spazi della Pinacoteca.
Al pari dell’azione artistica da cui è stata originata, l’opera è un manifesto di riscoperta della collettività e dei temi propri dell’arte partecipata. A darle forma è stato, infatti, lo stesso gesto del pubblico, chiamato a dipingere sulla pelle dei performer, creando delle membrane pittoriche successivamente esposte sulla struttura aerea dell’opera.
In una società che guarda sempre più all’individualismo del singolo, l’azione qui proposta ricerca la memoria di un contatto, spingendo il pubblico a divenire parte attiva del progetto, diventando creatore stesso di arte. Gesti come il toccarsi ed il dipingersi nel contesto performativo hanno lasciato resti pittorici e materiali: membrane siliconiche, seconde pelli colorate, che portano con sé non solo la memoria della performance svolta, ma anche quella dei contatti fisici quotidiani e volatili che caratterizzano l'esistenza umana.

Alice Capelli (1997) vive e lavora a Milano. Laureata nel 2020 all’Accademia di Belle Arti di Brera, ha conseguito un master in Art and Ecology presso la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA) di Milano.
Ha partecipato a esposizioni tra cui Transmateria, Art Studio Finestreria, Milano (2023); Elisir. XI Biennale d’Arte, MaM, Mantova (2022); ReA! Art Fair III Edizione, Milano (2022); Lust*Art, Galerie Durchgang, Basel (2022); Finché c’è spazio, Spazio Canonica Metareale, Milano (2022); /tra-me-stì-o̸ Palazzo Cusani, Milano (2021).

“Io dipingo a terra, lasciando le tele in orizzontale.
Mi muovo e vivo sopra ad esse.
È come se stessi sopra ad un lenzuolo e, dormendoci durante la notte, mi muovessi su di esso lasciandovi delle tracce impresse.”
Alice Capelli